Nel campo della medicina preventiva, lo screening oncologico in campo ginecologico riveste un ruolo fondamentale nella promozione e nella tutela della salute femminile.
In questo articolo esamineremo l’importanza dello screening oncologico in ginecologia, come contributo al benessere delle donne di tutte le età, e impareremo come prenderci cura della salute femminile.
Cos’è lo screening oncologico in ginecologia?
Lo screening oncologico ginecologico è un insieme di esami e accertamenti medici preventivi che mirano ad individuare precocemente eventuali segni di cancro o altre condizioni patologiche nell’apparato riproduttivo. Questo tipo di screening comprende principalmente il PAP test, il test HPV (virus del papilloma umano), l’ecografia pelvica e la colposcopia. Questi test possono individuare cambiamenti cellulari anomali o la presenza di infezioni che potrebbero portare a condizioni più gravi se trascurate.
La prevenzione dei tumori o delle neoplasie si prefigge il compito di diagnosticare e curare “in tempo” queste malattie attraverso interventi chirurgici limitati e non demolitivi e con alte percentuali di guarigioni e quindi alto tasso di sopravvivenza.
La prevenzione come priorità
La prevenzione è un concetto chiave in medicina e la ginecologia non fa eccezione. La Diagnosi Precoce di eventuali anomalie o condizioni patologiche è fondamentale per trattare con successo il cancro cervicale o altre malattie ginecologiche. Un intervento tempestivo può fare la differenza tra una prognosi positiva e una situazione più complessa. Pertanto, uno screening regolare dovrebbe essere parte integrante della routine di salute di ogni donna.
La Prevenzione Primaria ha lo scopo di ridurre la morbosità e quindi la mortalità del cancro attraverso l’individuazione e l’eliminazione delle cause che provocano il tumore. Tuttavia, poiché la genesi delle neoplasie è dovuta a più fattori, per ognuna di esse non si conosce ancora la precisa causa e l’esatto momento che segnano l’inizio del processo tumorale.
L’unica prevenzione primaria che attualmente può essere fatta è l’educazione sanitaria della popolazione e la sensibilizzazione dei medici di primo livello (medici di famiglia):
- l’educazione della popolazione prevede l’insegnamento che il cancro è una malattia curabile e guaribile se diagnosticata precocemente
- l’intervento dei medici di famiglia deve sensibilizzare la popolazione affinché si sottoponga a visite di prevenzione oncologica
La Prevenzione Secondaria ha invece il compito di identificare i gruppi di popolazione a rischio per un dato tumore, riconoscere e trattare le lesioni neoplastiche e diagnosticare il maggior numero di neoplasie in fase precoce.
La Diagnosi Precoce consente di diagnosticare un tumore in fase iniziale, sito all’interno di un organo, ma non ancora o poco esteso al resto dell’organismo (modesta frequenza di metastasi linfonodali ed assenza di metastasi a distanza).
La diagnosi precoce riduce la mortalità del cancro.
Chi dovrebbe sottoporsi allo screening oncologico?
In generale non c’è un’età specifica in cui è consigliato effettuare il primo pap test, in quanto si tratta di un esame legato all’attività sessuale della paziente. Tendiamo pertanto a raccomandarlo a partire dal primo rapporto sessuale, per tenere sempre monitorata lo stato di salute anche delle più giovani.
Le linee guida raccomandano che una donna sana che non presenta fattori di rischio e non è mai risultata positiva all’HPV, può sottoporsi al pap test ogni tre anni, tuttavia riteniamo, per un obiettivo di prevenzione efficace, che debba essere effettuato annualmente ed, in caso di necessità, in combinazione con il test HPV.
Tuttavia, queste linee guida possono variare in base a fattori come la storia familiare e la storia clinica personale. È importante quindi consultare il proprio ginecologo per definire il piano di screening più adatto alle proprie esigenze.
Quali sono i benefici dello screening oncologico in ambito ginecologico?
- Diagnosi precoce: è essenziale per la diagnosi precoce di condizioni come il cancro cervicale e aumenta significativamente le possibilità di successo del trattamento.
- Prevenzione: rilevando anomalie cellulari o infezioni precocemente, lo screening riduce il rischio di sviluppare gravi patologie ginecologiche.
- Riduzione dell’ansia: sottoporsi regolarmente allo screening oncologico in ambito ginecologico può offrire una maggiore tranquillità e ridurre l’ansia legata alla salute, sapendo di essere sotto controllo.
- Personalizzazione: ogni donna ha esigenze e rischi individuali, pertanto un piano di screening personalizzato tiene conto di questi fattori, assicurando che il monitoraggio sia mirato e appropriato.
Quali sono i principali tipi di tumore che si possono sviluppare nell’apparato riproduttivo?
Tumore della cervice uterina
I dati della letteratura in tutto il mondo hanno registrato un notevole aumento della sopravvivenza per cancro genitale in donne per le quali è stato possibile effettuare una diagnosi precoce e/o preclinica del tumore. Il successo maggiore è stato sicuramente ottenuto con l’introduzione del PAP-Test per lo screening del cancro del collo dell’utero la cui incidenza, con conseguente mortalità, si è ridotta di circa 1/3 rispetto a 50 anni fa nei paesi occidentali; nei paesi in via di sviluppo, dove i piani di screening sono ancora un miraggio, rappresenta ancor oggi una importante causa di morte nel sesso femminile.
E’ oramai noto che il carcinoma della cervice uterina è causato dalla persistenza dell’infezione da HPV o Human Papilloma Virus.
Ma quindi bisogna fare il PAP Test o l’HPV test?
Il PAP test consiste nel prelievo direttamente dal collo dell’utero delle cellule dell’eso e dell’endocervice che, adeguatamente strisciate su un vetrino e colorate, permettono di evidenziare eventuali alterazioni causate dall’HPV.
Negli ultimi anni si affianca al PAP test anche la ricerca dell’HPV-DNA, metodica di biologia molecolare – facile da eseguire perché molto simile al prelievo del PAP test – che permette di identificare la tipologia di HPV coinvolta nella lesione. Circa il 75% delle donne sessualmente attive ha contratto infezione da HPV.
E’ importantissimo specificare che la sola infezione da Papilloma Virus non determina il tumore della cervice, infatti l’infezione ha alte probabilità di negativizzarsi spontaneamente. E’ la persistenza dell’infezione e l’integrazione del virus all’interno delle cellule a determinare le basi di quello che sarà una neoplasia. Pertanto, solo la ricerca dell’HPV-DNA accompagnata da un PAP test è uno screening valido e sufficiente.
Nel caso del carcinoma della cervice uterina si riesce a fare anche prevenzione primaria: sono stati messi a punto dei vaccini in grado di neutralizzare i sierotipi di HPV maggiormente coinvolti nello sviluppo tumorale. La campagna di vaccinazione è iniziata da circa 7 anni e sono in corso studi che seguono l’andamento delle pazienti post-vaccino.
Tumore dell’endometrio
L’endometrio è la mucosa che riveste l’interno dell’utero, quella che si sfalda ad ogni mestruazione o che accoglie l’impianto della camera gestazionale in caso di gravidanza. Il carcinoma dell’endometrio è purtroppo la neoplasia ginecologica più frequente, ma possiamo riconoscerlo rapidamente perché si manifesta da subito con un sintomo importante: il sanguinamento.
In caso di diagnosi precoce del carcinoma dell’endometrio gioca un ruolo fondamentale l’ecografia pelvica. Si tratta dell’esame migliore per poter valutare le caratteristiche della rima endometriale e il suo spessore, in modo da poter individuare i casi di iperplasia endometriale, stato precanceroso durante il quale è facile intervenire chirurgicamente risolvendo completamente la malattia.
Di fondamentale importanza, quindi, eseguire un controllo ecografico annuale, ma soprattutto contattare il proprio ginecologo immediatamente in caso di presenza di perdite ematiche se ci si trova in menopausa.
Tumore dell’ovaio
La nota dolente della prevenzione oncologica in ginecologia è il Carcinoma dell’ovaio, anche definito il “killer silenzioso” poiché non da nessun sintomo se non a malattia avanzata e quasi irrecuperabile.
L’unico modo per poter fare diagnosi precoce in questo tipo di malattia è eseguire visita ginecologica con ecografia pelvica annualmente. Qualora si evidenzi una neoformazione ovarica sospetta, il curante farà eseguire alla paziente ulteriori esami per determinarne la benignità o la malignità, come TAC o Risonanza magnetica e il dosaggio ematico di due marcatori importanti.
Cosa prevede uno screening oncologico in ginecologia ottimale?
In conclusione possiamo dire che lo screening ginecologico di base è costituito da PAP test ed ecografia pelvica da eseguire annualmente con l’esame clinico. A questi poi, se ci sono dubbi, si possono aggiungere esami di secondo livello come la colposcopia o la TAC, la Risonanza magnetica o anche l’isteroscopia.
E’ importante sottolineare che lo screening di per se stesso non può prescindere da quello che è l’esame clinico ovvero la visita ginecologica, che rimane sempre fondamentale. L’esame clinico non deve mai essere bypassato da nessun esame diagnostico e citologico, ma allo stesso tempo non deve mai essere da solo per uno screening completo ed efficace.
Allo stesso modo possiamo affermare che una donna che esegue soltanto il PAP test ogni anno non ha affatto completato adeguatamente lo screening: è necessaria l’integrazione ecografica abbinata ad un’adeguata visita ginecologica. Così come non è sufficiente eseguire soltanto una visita ginecologica con esame bimanuale senza l’aiuto di strumentazione ecografica: molte neoformazioni non sono percepibili con l’esame manuale, con la palpazione, ma si vedono nella loro grandezza, nel loro contenuto e nella loro vascolarizzazione, solo a livello ecografico.
Pertanto il mio consiglio di ginecologa per uno screening oncologico in ginecologia ottimale è di eseguire annualmente PAP test ed ecografia pelvica, accompagnati da un’attenta e adeguata visita ginecologica. Una buona abitudine che può fare la differenza nella vita di una donna.
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