Michela Angelucci
Poliambulatorio Medineur
Viale Del Poggio Fiorito, 27
00144 – Roma
Tel. 065920932
Dott.ssa Michela Angelucci
Email: cinziapanico@medineur.it
Tel. 3333333333
Ginecologia
Chi Sono
Dopo una solida formazione universitaria improntata prevalentemente sulla ginecologia oncologica ho cercato di approfondire approcci terapeutici diversi in particolare spostando la mia attenzione sull’utilizzo di fitoterapia, ayurveda e omeopatia come strumenti di integrazione alla terapia tradizionale. Lo scopo finale è quello di moltiplicare le possibilità terapeutiche di aiuto al paziente.
La diagnostica ambulatoriale è sempre stata per me fondamentale, tenendo ben fermo al centro la paziente nella sua interezza, con il suo vissuto, il suo presente, i suoi sintomi e le sue patologie. Parlare con la paziente è il momento fondamentale di tutta la visita. La visita ginecologica viene sempre dopo un colloquio importante e approfondito. La chirurgia è l’opzione terapeutica finale di un percorso diagnostico accurato e spesso obbligato dalla patologia della paziente, spesso una scelta da fare insieme a lei. Mi occupo di piccola chirurgia ambulatoriale (isteroscopia, conizzazione, laserterapia) e chirurgia ginecologica benigna (cisti ovariche, fibromi, condilomatosi, prolassi e incontinenza). Il dottorato in endocrinologia e patologie metaboliche mi è servito per guardare la paziente da un altro punto di vista, complementare alla ginecologia. Negli ultimi tempi sto prendendo particolarmente a cuore la paziente in menopausa, spesso abbandonata in un momento fondamentale del suo percorso di vita e costretta alla rassegnazione o al rifiuto delle terapie perché malconsigliata. La sfida più grande? Aiutare le pazienti in menopausa farmacologica per motivi oncologici a riprendere in mano la loro femminilità.
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FAQ – DOMANDE FREQUENTI
Ginecologia
Quali sono i rischi della Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS)? È vero che causa tumori?
Nonostante la “leggenda popolare” tramandata di madre in figlia e tra amiche della TOS come principale causa di neoplasia mammaria, nonostante lo scetticismo nell’utilizzo della TOS da parte di medici di base e di colleghi più anziani, esistono delle raccomandazioni stilate dalla Società Italiana Menopausa (SIM) che chiaramente ne mostrano sicurezza ed importanza.
C’è molta confusione nella gestione della terapia ormonale. E’ fondamentale una personalizzazione della terapia in base alla storia della paziente: età, età al momento della menopausa, causa della menopausa, tempo trascorso dalla menopausa, eventuali condizioni mediche emerse negli anni ed eventualmente in seguito all’utilizzo di terapie ormonali, rischio cardiovascolare, metabolico, oncologico, osteoporotico e cognitivo. È importante valutare entità e frequenza dei sintomi correlati alla menopausa che potrebbero avere un impatto negativo sulla qualità di vita: sintomi vasomotori, disturbi del sonno e del tono dell’umore, diminuzione della libido, disturbi vaginali dell’atrofia vaginale, quali secchezza vaginale e dolore durante i rapporti sessuali, disturbi urinari, disturbi osteo-articolari. Far capire che la TOS nel lungo periodo riduce il rischio cardiovascolare, la mortalità totale e che questi sostanziali benefici si mantengono per un decennio dopo la sospensione della terapia. Le donne devono essere informate meglio sui cambiamenti causati dalla privazione di estrogeno, non solo sulla sintomatologia dell’inizio della menopausa ma degli effetti sulla salute a lungo termine, dei benefici e i rischi dei trattamenti ma anche del non trattamento, dei cambiamenti di stile di vita e degli interventi possibili per promuovere lo stato di salute. Una donna consapevole sceglie. Una donna che non sa ha paura e rifiuta le terapie.
Ho eseguito il test per la ricerca dell’HPVDNA ed è risultato positivo. Cosa devo fare?
L’infezione da HPV è una comune infezione virale che si trasmette prevalentemente per via sessuale. Nella maggior parte dei casi il virus viene eliminato spontaneamente dal sistema immunitario locale. Se invece l’infezione persiste, negli anni può causare delle alterazioni cellulari da cui può originare il carcinoma della cervice uterina. Il test HPV è quindi uno strumento molto efficace per rilevare infezioni potenzialmente dannose e monitorarle nel tempo.
Un test positivo all’HPV non significa che la donna svilupperà sicuramente un tumore della cervice uterina, ma fornisce informazioni sul rischio che quella donna ha di svilupparlo inducendola ad effettuare controlli più ravvicinati. I motivi principali che causano ansia nella paziente con test HPVDNA positivo sono i seguenti:
– Scarsa informazione sull’HPV da parte del medico di famiglia e del ginecologo
– Informazioni non corrette o non complete da mass media: nel 79% dei casi non viene indicata come malattia sessualmente trasmessa e nel 50% non viene sottolineato che è una malattia molto comune
– Internet non offre risposte adeguate e complete e spesso sono disponibili informazioni contraddittorie
Il modo migliore per evitare l’ansia alle donne positive al test per HPV è quello di informarle meglio riguardo alla storia naturale dell’infezione da HPV, sul significato dei test di screening ai quali sono chiamate periodicamente e sul significato delle lesioni borderline e delle displasie lievi, sul rischio assoluto di carcinoma della cervice e sulla prevalenza dell’infezione.
La pillola anticoncezionale fa ingrassare?
Le prime pillole commercializzate più di trenta anni fa erano ad alto dosaggio ormonale e determinavano effetti visibili sul peso. Attualmente, i nuovi prodotti possono determinare una minima variazione di peso e una modesta ritenzione idrica, la quale può anche diminuire dopo alcuni mesi di trattamento. Inutile dire che un corretto stile di vita e una corretta alimentazione sono necessari per evitare tali disagi, per migliorare il metabolismo epatico del farmaco aumentandone dunque i benefici. La pillola può comunque essere affiancata da integratori capaci di limitarne gli effetti indesiderati e in grado quindi di migliorarne la compliance.
Ho sempre la candida. Come posso curarla?
Prima di tutto bisogna accertare con sicurezza che si tratti di candidosi vulvovaginale.
La Candida è un fungo saprofita (lievito) appartenente alla famiglia dei Saccaromiceti, normalmente presente a livello vaginale. In seguito ad alterazioni del pH e della flora vaginale e/o ad alterazioni del sistema immunitario, è possibile la sua proliferazione in maniera incontrollata dando origine all’infezione. I sintomi sono prurito vulvovaginale, arrossamento e gonfiore della vulva, secrezioni biancastre dense, dolore e bruciore alla minzione.
La sola presenza di secrezioni biancastre non pruriginose senza bruciore non è per forza riferibile ad infezione da candida e non va necessariamente trattata con terapie “fai da te”. D’altro canto, il solo sintomo prurito e/o bruciore non bastano a fare diagnosi di candidosi.
La frase spesso detta dalle pazienti “ho sempre la candida” deve essere valutata con attenzione perché potrebbe essere una cattiva interpretazione di sintomi valutati in autonomia e senza cognizione di eventuale patologia vulvare infettiva e/o non infettiva.
Importante invece invitare la paziente a sentire sempre il curante quando si manifestano i suddetti sintomi per stabilire una corretta diagnosi e una corretta terapia.
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