Se guardiamo indietro di almeno 20 anni, ci rendiamo perfettamente conto dei grandi cambiamenti che ci sono stati in ogni settore.
Lo scenario mondiale sotto il profilo socio-economico ha subito terremoti eclatanti, con ripercussioni in tutti gli ambiti della nostra vita. Sono cambiati i nostri pensieri, le nostre attitudini lavorative, abbiamo perso figure artigianali per far posto a nuovo profili lavorativi. Siamo la generazione delle “iperspecializzazioni Non è facile adattarsi al cambiamento, soprattutto quando avvengono a velocità vertiginosa. Da un lato questo può creare disagi in chi lo “subisce” e non riesce a stare al passo; dall’altro crea un grande stimolo creativo che porta allo sviluppo di una intelligenza elaborativa e adattiva superiore. Vediamo bambini e giovanissimi in grado di recepire con estrema facilità concetti e meccanismi psicodinamici. In fondo tutto è mutevole e tutto si trasforma nel tempo. Così dentro di noi nasce una nuova consapevolezza e cominciamo a guardare al ” nuovo” con modalità altalenanti. Con un misto di rigidità, curiosità, scetticismo, sorpresa, ma anche con voglia di capire se siamo in grado di accettare il cambiamento. E’ la sfida interiore di ciascuno di noi nei riguardi dell’ambiente che ci circonda; è la voglia di misurarci in ogni ambito per acquisire le nostre certezze; è la necessità di vincere la “paura” del “nuovo”, ed accettarlo. Alla luce di questi mutamenti, anche il lavoro di noi medici è notevolmente cambiato! Il medico oggi è costantemente connesso con il mondo che lo circonda; le cartelle cliniche sono on line, gli esami diagnostici sono on line, le prenotazioni sono on line. Oggi parliamo con i pazienti tramite wathapp o per email. Presentiamo i nostri lavori tramite web-cam e facciamo riunione via skipe. Oggi cercare questo o quel medico è facilissmo…..basta collegarsi su Google e possiamo conoscere la vita, l’esperienza formativa e lavorativa, le opinioni dei pazienti. Prima il medico lavorava individualmente, uno studio e una segretaria. Oggi i medici lavorano in equipe in studi polispecialistici per avere a portata di mano il cardiologo piuttosto che il nutrizionista oppure lo psicoterapeuta. Ci piace definirci imprenditori o, meglio ancora ” Love Manager”. Dobbiamo stare al passo con la tecnologia, dobbiamo mettere il paziente al centro del nostro mondo, creando una relazione basata sull’accoglienza, sulla trasparenza, sull’umanità. I pazienti sono cambiati, e noi? Hanno molta più consapevolezza ed informazione e, al momento della visita, sono già a conoscenza dei vari tipi di approccio o di terapia. In fondo, ben venga il cambiamento, purchè guardi al passato e tenda una mano al futuro!
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